GALILEO

testo, regia e scene Daniela Nicosia
con Solimano Pontarollo e Piera Ardessi
consulenza musicale Paolo Da Col
luci e suono Paolo Pelllicciari
realizzazione costumi Atelier Raptus & Rose
una produzione Tib Teatro

in collaborazione con Università degli Studi di Padova-Dipartimento di Astronomia e Fondazione Teatri delle Dolomiti

“La ben nota vicenda umana e scientifica di Galileo, rivisitata attraverso il rapporto con le quattro figure femminili della sua vita. Una forma di teatro civile che, in un suggestivo contesto scenico, pone interrogativi, suscita riflessioni sul sempre attuale dibattito tra fede e ragione, scienza e società, senza rinunciare alla commozione, alle emozioni del gesto, della musica, della parola.”

Un testo vibrante, che prende spunto da differenti scritti galileiani, e trasfonde l’emozione profonda dell’uomo laddove si palesa attraverso il suo pensiero più intimo.
Una sorta di Galileo privato, che rivisita la vicenda umana del grande filosofo della natura, come lui stesso amava definirsi, attraverso la relazione con quattro donne della sua vita: la madre Giulia Ammannati, la figlia Suor Maria Celeste, l’amante Marina Gamba, e la governate che gli resterà accanto fino alla fine.
Una ricerca, quella di Galileo, che, attraverso un nuovo metodo di indagine, svela, smaschera presupposti, traccia nuove traiettorie per l’umanità, coinvolgendo ambiti diversi quali la scienza, la filosofia, la teologia.
Dietro c’è l’uomo, con i suoi dubbi, le sue paure, le sue meschinità, “quelle piccole cose di cui è fatta la vita”.

“Nel mio Galileo, ho scelto di raccontare l’uomo. Di rileggerne la vita solo accennando alla vicenda scientifica o meglio politica che lo condusse al processo, alla condanna e all’abiura. Brecht, di cui conservo nel testo una breve citazione, ne ha scritto come meglio non si può.
Eppure, nel caso di Galilei, scienza e vita si intersecano e si mescolano in quella sua fede nell’uomo, creatura in cui egli rintraccia Dio, un Dio presente nella materia e la cui esistenza è resa palese dall’intelligenza e dal pensiero di cui ci ha fatto dono.
Mi ha commosso la sua umana vulnerabilità, il suo voler mettere ogni cosa a posto, seppur goffamente, nel suo privato, il suo disinvolto rapporto col denaro, la sua generosità istintiva, il piacere del dubbio, il piacere di porsi sempre nuove domande, di non accontentarsi, il piacere per il sapere.
Mi ha commosso la sua fiducia bambina negli altri, la sua caparbietà, l’ostinazione nel perseguire le sue idee, la rinuncia apparente a se stesso, che è perdita e vittoria insieme. Galileo ha vinto e ha perseguito sempre il suo scopo che poi era anche il suo piacere. Il sensuale piacere del pensiero, cosi vivo in lui, come il piacere dei sensi. Egli sembra dirci «non c’è scissione tra spirito e materia» e, in ciò, è ancora profondamente rivoluzionario. Ma più di ogni cosa mi ha commosso il suo assoluto, devastante amore per la vita. Questa commozione ho voluto raccontare”.

Daniela Nicosia