SHOAH LE MEMORIE

Crediti:
drammaturgia e regia Daniela Nicosia
con Vassilij Mangheras
luci e suono Paolo Pellicciari

"Noi non ritorneremo.

Nessuno deve uscire di qui,

che potrebbe portare al mondo,

insieme col segno impresso nella carne,

la mala novella di quanto,

ad Auschwitz,

è bastato animo all'uomo di fare dell'uomo".

                 Primo Levi,  "Se questo è un uomo" 1947

 

Bianco… vuoto… silenzio. Entriamo… Una pagina già scritta dalla storia, una pagina da sfogliare ancora insieme attori e spettatori, entrambi protagonisti di un unico universo sospeso che coinvolge l’intero spazio teatro, solcato, attraversato dalle presenze degli uni come degli altri. Identità negate, cancellate quelle dei deportati della Shoa, emozioni raggelate nelle parole strappate, tra cronaca e testimonianza. Dettagli, del grande quadro della deportazione, rivelati a fil di labbra, a distanza ravvicinata, mentre, accanto a noi, la quotidianità si impone nella preparazione del cibo, negli atti ripetuti di ogni giorno. Una figura femminile basita, raccolta e terribile negli sguardi accompagna con la sua assorta gestualità il racconto di chi, in prima persona rivive; entrambi compongono questa sinfonia del silenzio. Memoria che si fa segno, qualcosa che resta, coinvolge i sensi, naviga tra le voci di chi, da Primo Levi a Elie Wiesel, ha vissuto sulla propria pelle l’oltraggio della Shoa.